Per lo storico giuramento di Barack Obama la capitale si è trasformata in un infinito mercatino di futilità destinate a trasformarsi in memorabilia americane targate "20 gennaio 2009". Su decine e decine di bancarelle allestite durante la notte si vende fin dall’alba di tutto. Anzi, mai come in questo caso è giusto dire che si vende «di più». Alcuni esempi: boa di struzzo presidenziali bianchi rossi e blu in piuma sintetica (15 dollari); pupazzetti di Obama da mettere tanto in auto quanto in salotto (dai 10 ai 50 dollari); "bandierine da inaugurazione", che sono in tutto e per tutto identiche e quelle di sempre ma con la scritta "01-20-2009" (5 dollari l’una e vanno a ruba); magliette con la scritta «I Was There» (io c’ero), dai 10 ai 40 dollari a seconda che si voglia la scritta che brilla di strass oppure no; orologi presidenziali per coppie, nel senso che vengono venduti in confezioni da due, uno per donna con il volto-quadrante di Michelle Obama, uno per uomo con il volto-quadrante del marito; quadri-foto di Obama già dotati di apposito portacandele (prezzi alti, dai 100 dollari in su, ma «trattabili») e anche servizi da tè per quattro persone (40 dollari). Al suo ingresso stasera nello Studio Ovale, il nuovo presidente americano Barack Obama troverà un bigliettino lasciato dal predecessore. George W.Bush ha seguito una tradizione del passaggio dei poteri tra presidenti e ha preparato una nota di proprio pugno per Obama, augurandogli buon lavoro. Secondo quanto ha reso noto la portavoce della Casa Bianca, Dana Perino, il contenuto del biglietto di Bush ricalca temi già toccati in questi giorni dal presidente uscente, che ritiene l’arrivo di Obama «un nuovo capitolo favoloso» nella storia americana. Bush ha scritto il biglietto lunedì e lo ha lasciato nel primo cassetto della scrivania presidenziale. Anche i costi dell’inaugurazione di Obama dovrebbero battere tutti i record. La disoccupazione aumenta e Wall Street traballa ma la festa sarà grande lo stesso; secondo alcune stime la spesa complessiva si aggira attorno a 150 milioni di dollari, circa 115 milioni di euro. A parte la cerimonia del giuramento sulle scale del Congresso - l’unica parte delle festività obbligatoria per Costituzione - il resto degli eventi di questi giorni è stato organizzato e pagato dal Comitato per l’Inaugurazione, che ha raccolto oltre 41 milioni di dollari per finanziare il viaggio in treno del presidente eletto, sabato, da Philadelphia a Washington, il concerto di domenica sera con Beyoncé, U2 e Bruce Springsteen, nonché i dieci balli ufficiali di questa sera e vari altri eventi. Di alcuni, il Comitato ha venduto i diritti tv in esclusiva proprio per finanziarsi. Ma ci sono altri costi a carico del contribuente: sicurezza e trasporti per il pubblico soprattutto. Si arriva così a una nota spese senza precedenti. La formula del giuramento per i presidenti degli Stati Uniti è stabilita dall’articolo II, sezione 1 della Costituzione americana ed è un testo di 35 parole nella versione originale in inglese. La formula recita: «Giuro (o affermo) solennemente che adempirò fedelmente all’incarico di Presidente degli Stati Uniti, e preserverò, proteggerò e difenderò, al meglio della mia capacità, la Costituzione degli Stati Uniti». Franklin Pierce, nel 1853, fu il primo e uno dei rarissimi presidenti ad aver scelto di "affermare" invece di "giurare". Un’annosa controversia riguarda le parole «So help me God» (che Dio mi aiuti) che per tradizione i presidenti aggiungono al termine della formula prevista dalla Costituzione. Gran parte dei presidenti le hanno utilizzate e tutti quelli seguiti a Franklin D.Roosevelt.
2 commenti:
buon mercoledì
Speriamo bene. Ma io rimango molto con i piedi a terra.
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