27 luglio 2011
Se il sonno interrotto,la memoria è compromessa
Si dice che Napoleone, Leonardo da Vinci e Winston Churchill dormissero tre ore per notte, mentre Andreotti e Berlusconi supererebbero di poco il curioso primato: la letteratura è colma di esempi di uomini importanti e molto lucidi che riposano (o riposavano) poche manciate di ore. E in effetti secondo gli esperti non è la quantità a fare la differenza (anche se c’è un limite a tutto), ma la qualità del sonno, e l’esistenza di tanti short sleepers prova che si può anche dormire poco, a patto che si dorma bene. Secondo una recente ricerca una delle prime conseguenze di un cattivo riposo è il malfunzionamento della memoria. Se il riposo viene interrotto infatti anche le capacità mnemoniche ne risentono: lo prova uno studio della Stanford University che spiega come sia proprio il sonno profondo il momento cruciale per il consolidamento dei ricordi.
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