7 maggio 2009

Inchiesta sulla morte di Marcelletti


Sarà eseguita l'autopsia sul corpo di Carlo Marcelletti, il cardiochirurgo deceduto mercoledi a Roma per un arresto cardiaco L'accertamento sulla salma del medico (già posta sotto tutela giudiziaria) sarà affidato, sabato prossimo, dal pm Elisabetta Ceniccola della procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per o«atti relativi», ovvero senza ipotesi di reato e senza indagati. Al momento una ipotesi di suicidio del cardiochirurgo non viene presa in considerazione dalla procura capitolina perché nonpenalmente rilevante. Diverso sarebbe se fosse riscontrata dagli accertamenti una istigazione al suicidio. Al momento tuttavia nessuna delle due ipotesi viene presa in considerazione. Il pm Ceniccola vuole capire soltanto le cause del decesso di una persona che si era recata spontaneamente in ospedale, un medico non troppo avanti negli anni e in apparente buona salute, a parte i presunti problemi legati ad una depressione. Secondo quanto si è appreso, Carlo Marcelletti non ha lasciato alcun biglietto scritto. Nei prossimi giorni il pm intende sentire i medici che lo hanno avuto in cura, nonché amici e familiari, in particolare la moglie. A parlare di un Carlo Marcelletti avvilito e depresso, «molto rattristato» dai guai giudiziari sono in molti all'indomani del decesso del medico, coinvolto, un anno fa, in alcune vicende giudiziarie legate alla sua attività professionale che lo hanno portato agli arresti domiciliari a Palermo. Marcelletti aveva ancora molti amici nelle Marche, la regione dove era nato, a Maiolati Spontini (Ancona) nel 1944, e dove aveva iniziato la carriera al Cardiologico Lancisi del capoluogo negli anni Settanta. Il medico deceduto aveva mantenuto in particolare rapporti con Ancona e con Sirolo, nota località turistica della Riviera del Conero. Il sindaco di Sirolo Giuseppe Misiti, uno degli amici di vecchia data, non lo vedeva da tempo, «ma ogni tanto ci sentivamo per telefono», racconta. In queste telefonate lo aveva trovato rattristato: «Mi diceva: "non meritavo di esser trattato così, ho dato tutto me stesso alla causa della medicina. Ne prendo atto, vado avanti per la mia strada, consapevole del mio impegno e della mia onestà". Pensava di essere stato attirato in qualche trappola». Che fosse depresso, d'altra parte, lo aveva confessato lo stesso luminare in un'intervista al settimanale Oggi nel novembre scorso. «Mi sono trovato a un passo dalla morte, ma non era arrivata ancora la mia ora». Aveva detto, confessando di aver tentato di farla finita.

2 commenti:

Andrea De Luca ha detto...

R.I.P.

Anonimo ha detto...

una congiura contro di lui