15 gennaio 2010
Aiuti ad Haiti
Morti ovunque. Devastazione. Dolore. Aiuti a rilento. Proteste, saccheggi e un pericoloso vuoto di potere. A 3 giorni dal devastante terremoto che ha colpito Haiti radendo al suolo la capitalia Port-au-Prince i primi soccorritori arrivati sull'isola caraibica si sono trovati di fronte scene agghiaccianti. «Mancano acqua potabile e cibo, le vittime sono ammassate in strada», racconta all'Ansa l'ambasciatore di Haiti a Roma, Geri Benoit. È ancora troppo presto per tracciare un bilancio della tragedia. La Croce Rossa parla di almeno 50 mila morti, la Panamerican Health Organization (PAHO), il braccio americano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, stima sull'isola caraibica ci siano tra i 50 e i 100 mila morti, ma si teme che le vittime possano essere alcune centinaia di migliaia. Secondo quanto riferisce l'Onu, sono circa 3,5 milioni e mezzo le persone che vivono nelle zone interessate dal sisma. I senzatetto a Port-au-Prince, dove il sisma ha distrutto il 20 per cento degli edifici, sono almeno 300 mila. Le squadre di ricerca e di soccorso scavano alla ricerca di superstiti: 23 sono stati ritrovati sotto le macerie dell’Hotel Montana. La situazione sicurezza è comunque «buona», assicura il ministro della Difesa degli Stati Uniti Robert Gates. E il Pentagono annuncia che più di novemila soldati americani giungeranno ad Haiti entro lunedì, per assistere i terremotati e prevenire eventuali disordini.
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