27 aprile 2010

Catturato il boss Tegano

C'erano più di cento persone, parenti, gente comune, molti giovani e anche alcuni bambini, ad attendere Giovanni Tegano fuori dalla Questura di Reggio Calabria. Una claque che ha applaudito il boss,arrestato dopo 17 anni di latitanza. La piccola folla ha invaso martedì mattina il centralissimo Corso Garibaldi, bloccando il traffico, per salutare e "rendere omaggio" al boss della 'ndrangheta. «Giovanni uomo di pace» gli hanno gridato durante il trasferimento dalla Questura al carcere. Quindi gli applausi di parenti e conoscenti. Non si sono comunque registrati problemi di ordine pubblico: un cordone di poliziotti ha evitato qualsiasi contatto tra il boss e i suoi "fans" e subito dopo il trasferimento il gruppo di persone radunatesi dinanzi alla Questura si è dileguato. Giovanni Tegano, indossava un vestito di velluto verde e una camicia a quadretti. Agli indirizzi di saluto dei parenti ha risposto alzando la mano e con molta calma si è diretto verso l'autovettura che lo attendeva accompagnato da due agenti della Sezione Catturandi completamente mimetizzati. «È un fatto molto brutto vedere che a Reggio Calabria si applauda Giovanni Tegano» ha commentato il questore di Reggio Calabria, Carmelo Casabona.

2 commenti:

Linasolopoesie ha detto...

ADRIANO
La 'ndrangheta non è come le altre associazioni a delinquere, ma ha come base le famiglie degli appartenenti a questa mafia,per cui ad applaudire, sicuramente, saranno stati tutti i parenti e appartenenti alla cosca,non sicuramente la gente onesta.

Ma dico io :In nome di Dio, può mai esserci ancora qualcuno in questo paese che ignora o finge di ignorare che cos'è veramente la 'Ndrangheta o la Sacra Corona , la Mafia o la Camorra?
Possibile che ancora si pensi a queste organizzazioni come a una semplice banda di tagliagole, così che basta mettere in prigione il capo perché "la legge e la giustizia trionfino"?

È sempre più difficile che la gente onesta si unisca per far sentire la propria voce qui al Sud e per motivi che negli ultimi 150 anni sono sempre gli stessi. Palermo si affollò spontaneamente attorno alle bare di Falcone e Borsellino ma non a caso contestò insieme ai mafiosi anche i

rappresentanti delle istituzioni. Da meridionale, la vista di quella piccola folla apparentemente così compatta nell'acclamare il vecchio boss mi fa pensare subito a una cosa: la 'Ndrangheta è ancora la padrona e lo Stato ancora tanto, troppo lontano laggiù. Questo, lo si voglia o no, non è un problema dei soli calabresi onesti, ma di tutta l'Italia.

Possibile che le parole di Saviano e Ciconte siano così difficili da capire? Una cosa però dovrebbe essere chiara a tutti: siccome è sempre più evidente che con la 'Ndrangheta, la Sacra Corona, la Mafia e la Camorra si continua a fare affari d'oro in tutto il resto d'Italia e d'Europa sulla

pelle dei meridionali onesti, causando danni incalcolabili all'intero paese, nessuno ha l'autorità morale di condannare indiscriminatamente i calabresi o i meridionali solo perché ha avuto la sorte di nascere e vivere senza una pistola puntata alla tempia!

CIAO UN BACIONE LINA

Linasolopoesie ha detto...

(Adriano non vieni mai a lasciarmi un salutino nel mio blog....come mai?)