24 marzo 2009

Il Tempo

Buonasera a tutti. Vi posto un'altra poesia fatta da mio cugino se vi piace potete anche metterla sul vostro blog come intervento non so fate voi , comunque io ve la posto.


Il tempo

al dormire della luna
al risveglio del sole,
un tenero seme
si appoggia
cautamente , in quel letto
che lo accompagnerà
ne suo lungo ,arduo viaggio!

Quel letto freddo, viscido ,
lo accoglie ,in modo pacato,
sembra quasi scacciarlo

La tenera creatura ,sboccia ,
lasciando crescere le proprie ,
radici ,in quella terra cosi fredda

Il busto cresce ,
le radici diventano sempre
più possenti,
quasi a rendere quella terra fredda
calda come una famiglia .

Al crescere dell’albero ,
al crescere delle radici ,
nasce una possente chioma ,
che ha un che di visione
sul mondo ,che lo circonda,

Il sole che ha creato ,quel
Tenero seme ,viene spodestato,
coperto dalle nubi,
il nero ,la violenza ,
logora il cuore dell’albero,
uccidendolo , scacciandolo ,
dalla sua terra ,
costringendolo a morire.

Ormai ,lui non c’e più
è rimasto indelebile ,
il ricordo ,in quella terra
che non l’ha mai voluto!

Andrea Zambrano


Spiegazione di Andrea Zambrano:
In questa poesia ,parlo del tempo ,usando una metafora , "la vita dell'albero" , perché soffermandoci sull'evoluzione dell'albero ,notiamo che è molto simile a noi!L'albero è un seme , pian piano dal piccolo seme crescono ,timorose di quello che le aspetta le radici , che sempre più lentamente entrano nella terra , fredda, quasi a scacciarlo!Il busto dell'albero cresce ,e nasce una grande chioma che ha una visione bellissima sul mondo .Le radici ormai si sono impiantate bene , sono diventate forti e sicure di se stesse, ma il vento i tuoni , distruggono l'albero che alla fine muore , lasciando nella terra il ricordo delle radici .Ma vorrei soffermarmi un attimo su un'altra cosa , la terra e il mondo , l'uomo è l'albero , se l'albero cade la terra diventa debole è frana:



2 commenti:

Andrea De Luca ha detto...

molto bella

Archimede mancato Pitagorico ha detto...

Perché, in modo così convenzionale si definisce in anticipo, … prima ancora di morire … e prima ancora di regalare un miracolo … l’espressione “Sua Santità il Papa”.
Allora anch’io potrei definirmi “Sua Santità Archimede”, poiché mi trovo nelle medesime condizioni del Papa e cioè, nelle condizioni di essere un pseudo santo ancor prima di morire e addirittura con l’arbitrio di non aver fatto alcun miracolo. … In questo caso potrei definire o chiamare il Papa in espressioni come “Buon Uomo”, “Grande Capo della Chiesa”, “Gran Predicatore”, o “Sua Eccellenza”, “Sua Eminenza”, “Sua Magnificenza”, “Sua Altezza”, “Eccellentissima” ma non “Sua Santitàààààààààààààààààààà”, Santità di che???, l’unico miracolo che potrei attribuirgli è il Suo bilancio circa le casse vaticane, che contrariamente alle tante e tante aziende in Italia, prima di tutto del nostro Stato è sempre in ATTIVO. Quindi sostituirei la definizione “Sua Santità” in “Sua Sanità di bilancio” , sarebbe più giusto, più democratico, più leale, più logico, più naturale, …., vedete come l’espressione è più scorrevole, oltretutto tante brave persone che sono andate a gioia vita, sono state messe in lista di attesa per l’apertura della sola beatificazione, per essere poi beati e poi essere dichiarati “Santi”, mentre LUIIIIIIIIII chissà perché è già Santo. In questo caso o è un raccomandato del “Principale” o trattasi del solito prepotente abituato a scavalcare la fila………